La grande migrazione delle anguille dal Mar dei Sargassi è stata una delle scoperte più sorprendenti che mi sia capitato di fare di recente. Una storia piena di fascino, che merita assolutamente di essere raccontata.
Tutto iniziò a seguito della passione di mio figlio per i libri di animali. Mi chiede di leggerglieli in maniera approfondita per conoscere nome esatto e tutte le caratteristiche delle varie specie.
In uno di questi libri ho scoperto di avere fino ad ora completamente sottovalutato le anguille, alle quali invece dopo questa scoperta va tutta la mia ammirazione. Nella mia crassa ignoranza, queste erano le uniche informazioni che avevo su questi pesci: vivono nei fiumi o nella foce degli stessi, e sono buone sia arrosto che in umido.
Le anguille invece sono protagoniste di una migrazione stupefacente, nel corso della quale coprono distanze enormi, e che per gran parte resta ancora avvolta nel mistero. Siamo nel 2017, convinti di sapere tutto e di essere pronti a conquistare lo spazio. Per fortuna invece bastano le comuni anguille, che tutti crediamo di conoscere, per riportarci subito con i piedi per terra. E meno male!
Il Mar dei Sargassi
Tanto per cominciare, sembrerebbe che tutte le anguille, che si possono pescare in America, in Europa o in Africa, nascano esclusivamente nel Mar dei Sargassi. E già questo basterebbe a farmi appassionare a questa storia. Dove accidenti è il Mar dei Sargassi? Un nome che evoca storie di pirati e bucanieri…
Ho fatto allora qualche ricerca sul web, e ho scoperto che il Mar dei Sargassi si trova nell’Atlantico nord occidentale, più o meno tra le Grandi Antille, le Azzorre e le Bermuda.
E qui iniziano le stranezze. Si tratta di un mare, ma a differenza di tutti gli altri non è circondato da nessuna terra. In realtà è una parte dell’Oceano, e di conseguenza ha dei confini mobili e mutevoli, impossibili da individuare con esattezza. In buona sostanza, è definito dalle correnti che lo circondano, quali la Corrente del Golfo, la Corrente Nord Equatoriale e tante altre. Pur trovandosi in mezzo a tutte queste correnti, e anzi proprio a causa di queste, è un mare generalmente piuttosto tranquillo.
Le sue acque superficiali sono più calde e meno dense di quelle in profondità, dando origine a due strati d’acqua che favoriscono l’esistenza di un ecosistema unico al mondo, quello appunto dei sargassi. I sargassi sono grovigli di alghe marine fluttuanti sotto il pelo dell’acqua, che forniscono l’habitat ideale a numerose piccole specie acquatiche.
La grande migrazione delle anguille dal Mar dei Sargassi
Le anguille sono molto comuni nei nostri fiumi e mari, eppure è possibile trovare esclusivamente esemplari adulti. Dove sono le forme larvali, o le anguille appena nate?
Fin dall’antichità questo fatto ha sempre sconcertato gli scienziati, tanto che in mancanza di spiegazioni più soddisfacenti Aristotele riteneva che esse avessero origine direttamente dal fango. Sembra incredibile, ma soltanto poco più di cento anni fa si è riusciti, e solo in parte, a venire a capo di questo mistero. Due naturalisti italiani, Grassi e Calandruccio, riuscirono ad allevare alcuni esemplari di un piccolo pesce trasparente chiamato Leptocefalo. Man mano che crescevano, i leptocefali si trasformavano in ceche, ovvero le giovani anguille. Arrivati a questo punto, si erano scoperte le larve delle anguille, ma nel punto di cattura non era possibile trovare alcun esemplare adulto. Il mistero continuava ad infittirsi.
Soltanto nel 1904 l’oceanografo danese Schmidt scoprì, proprio nel Mar dei Sargassi, una elevatissima presenza delle larve delle anguille. Il Mar dei Sargassi è infatti l’unico punto al mondo nel quale le anguille si riproducono. A questo punto inizia la grande migrazione delle anguille dal Mar dei Sargassi.
I leptocefali, sospinti dalle correnti dell’Atlantico, sono protagonisti di un incredibile viaggio della durata di circa tre anni nel corso dei quali percorrono 6.000 o 7.000 km per arrivare in Europa, ormai allo stadio di ceche. I maschi restano nelle acque salmastre della foce dei fiumi, le femmine invece si sospingono all’interno risalendo i fiumi controcorrente e arrivando anche a colonizzare specchi d’acqua che non hanno alcun contatto con il mare, quali stagni o pozze d’acqua, strisciando se serve nell’erba bagnata e nelle falde sotterranee.
Qui vivono in media per 15-20 anni, poi quando l’impulso alla riproduzione prevale, ripercorrono i fiumi fino al mare e iniziano una nuova, incredibile migrazione per tornare al Mar dei Sargassi. Altra migrazione in senso inverso, un viaggio di migliaia di chilometri nel quale sono esposte ad innumerevoli pericoli. Per affrontarlo, il loro corpo si adatta alle profondità oceaniche, gli occhi si sviluppano e verosimilmente confidano esclusivamente nelle proprie riserve di grasso per arrivare senza mai nutrirsi a destinazione. Si tratta in questo caso di una migrazione senza ritorno, in quanto esse muoiono dopo essersi riprodotte.
Che cosa le spinga a migrare e in che modo siano in grado di orientarsi in maniera tanto stupefacente in quella che è la più grande migrazione marina al mondo, non è dato saperlo.
Se questa non vi sembra una storia affascinante…
Per concludere, un interessante video del Monterey Bay Aquarium che mostra l’impoverimento dell’habitat del Mar dei Sargassi a causa, tanto per cambiare, dell’intervento dell’uomo. Avevate dubbi?
Fonti consultate per questo articolo:
Wikipedia: Anguilla anguilla; Biologiamarina.eu: Le migrazioni oceaniche delle anguille; Il giornale dei marinai: Mar dei Sargassi, uno strano mare tranquillo; Wikipedia: Mar dei Sargassi