“La macchia umana” di Philip Roth

I trasferimenti in auto per andare a lavoro sono lunghi e spesso noiosi. Mi capita spesso di avere bisogno di distrarmi, e di ascoltare qualcosa di interessante. Questo capita di solito quando sono in pace con me stesso, i pensieri sono chiari, il mondo è in ordine e vado avanti diritto per la mia strada senza apparenti esitazioni. Altre volte invece la mente vaga tra mille pensieri, e in quei casi anche solo ascoltare un po’ di musica mi disturba e interrompe il flusso delle cose. Allora apro un po’ il finestrino, se il tempo lo consente, come quasi sempre accade, e guido pensando a tutto e a niente. Difficile comunque che da queste riflessioni venga fuori qualcosa di utile. Si tratta più di un modo per far sedimentare certi pensieri che non per addivenire a qualche soluzione.

Ma non divaghiamo…. Nell’ultimo mese, nei momenti propizi sopra descritti, ho dedicato oltre quindici ore di tempo ad ascoltare da Audible “La macchia umana”, audiolibro edito da Emons. E ne è valsa decisamente la pena. Purtroppo  Philip Roth, poco più di un mese fa, è appena passato dall’essere giudicato come “il più grande scrittore vivente” al ben più inappellabile “il più grande scrittore morto prima avere meritatamente ricevuto il Nobel per la letteratura”. Ma in fondo chi se ne importa del Nobel. Era e resterà un maestro inimitabile.

Con gli audiolibri mi succede spesso una cosa strana. All’inizio la voce narrante mi appare poco naturale, poco adatta al romanzo. Poi, dopo che è passato un po’ di tempo, diventa magicamente l’unica voce giusta per leggere quel testo, e l’interpretazione di Paolo Pierobon in questo caso è stata davvero ineccepibile, ricca di sfumature e tagliente come una lama.

Non spetta certo a me aggiungere niente di nuovo o di personale su questo capolavoro della letteratura. Non ne sarei minimamente in grado, del resto. L’unica cosa sensata che posso fare è quello di consigliarlo senza esitazioni: scoprirete un magistrale intreccio della trama, una incredibile e veritiera profondità di introspezione dei personaggi e una descrizione implacabile dell’umanità tutta.

Strade e paesaggi: istantanee in mountain-bike

Porto sempre il telefono con me, quando esco in bici. Per fortuna è capitato molto raramente che vibrasse durante gli allenamenti, anche perchè esco di casa ad orari improponibili, e a quell’ora la gente normale sta dormendo. L’iPhone 7 plus ha una discreta qualità fotografica, e ogni tanto ne ho approfittato per scattare qualche foto. Eccone una breve selezione, tutte modificate con Snapseed direttamente dal telefono. Elaborazioni abbastanza spinte, manco fossero filtri di Instagram (che non ho mai utilizzato), ma chi se ne frega. In questo momento mi piacciono così.

tutte le foto © germinazioni

Three billboards outside Ebbing, Missouri

Gran bel film, questo. Peccato non averlo visto al cinema. Interpretato magistralmente, da tutti e tre gli attori principali, ma anche molti dei comprimari sono indimenticabili. Splendido finale. Miserie e nobiltà della provincia americana, e ottima rappresentazione della difficoltà di arrivare alla verità. Che come noto non esiste.

La verità è una brutta bestia, figliolo. Quando pensi di averla catturata, ecco che ti sfugge via.

Ken Parker