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Mese: Dicembre 2018
L’acqua chiara alla fontana
C’è tanta roba in questa canzone di Vinicio Capossela, dall’album “Canzoni della cupa” del 2016. La reazione di realismo pratico della madre, in particolare, è sorprendente, anche se la figlia non ha poi tanto bisogno di essere incoraggiata.
E andava all’acqua chiara alla fontana
Andava all’acqua chiara alla fortuna
Nel fresco camminava
E all’ombra lo incontrò
Un cavaliere che le domandò
E dove andate mai così splendente, mia signor
E dove andate mai così da sola
All’acqua voglio andare
Andare per specchiar
La veste nuova che mai si sporcò
Ah, se potessi bere quell’acqua chiara
Ah, se potessi berne almeno un’ora
Trenta marenghi d’or
Vi vorrei regalar
Se potessi quest’arsura rinfrescar
Ma io non tengo tazza né bicchiere cavalier
E io non tengo tazza né bicchiere
E l’arsura che vi arde in gola
E che vi asciuga il cuore non vi posso rinfrescar
Ma io non voglio tazza né bicchiere
E io non voglio tazza né boccale
Ma questa notte sotto al ciel
Nelle vostre braccia io con voi vorrei giacer
E questo non vi posso dire sola, cavalier
E questo non vi posso dir da sola
Ma chiederò per voi
Il permesso di restar
A chi mi fece adatta a voi piacer
E mamma mamma senti ascolta bene il cavalier
Se quello che mi chiede sia da me
Trenta marenghi d’or
Per il permesso di restar
Con lui tutta la notte sotto al ciel
E fallo figlia mia
Tu fai del bene al cavalier
E fallo figlia mia
Fallo perché
Quei marenghi d’or son la dote che ti dà
La sola dote che ti dà mammà
Quei marenghi d’or son la dote che ti dà
La sola dote che ti dà mammà
E giunta mezzanotte sospirava il cavalier
E che tenete e che vi affanna e strugge, cavalier
Non è che voi piangete le marenghe che mi avete dato
E che per sempre vi han lasciato
No, che non piango l’oro, ma il dolore, mia signora
No, che non piango l’oro ma il dolor
Perché è mattina e ormai
Con l’alba me ne andrò
E a giorno fatto qui più non sarò
Perché è mattina e ormai
E con l’alba me ne andrò
E a giorno fatto qui più non sarò
E che piangete e che vi affanna il cuore, cavalier
E che piangete e che vi affanna invano, cavalier
Su questo petto mio se vuoi tu puoi attardar
Su questo petto mio ti puoi attardar
Su questo petto mio sempre potrai attardar
Su questo petto mio potrai attardar
Con Nick nella 554
Quando sei stanco, svuotato e preoccupato, ma basta una frase per farti svoltare la giornata.
And I don’t believe
in the existence of angels
But looking at you
I wonder if that’s true
“Into my arms” – Nick Cave
Un weekend a Roma
La costola rotta a karate due settimane ha iniziato a darmi fastidio proprio alla vigilia di questo viaggio, e per questo motivo non ho portato con me la Fuji XT-1. Solo l’iPhone, e con quello ho fatto queste foto.
Viste e riviste, d’accordo, ma non si tratta di una buona ragione per non pubblicarle anche in questo mio blog.
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Cracovia #3
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Cracovia #2
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Cracovia #1
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Stuck inside of Mobile with the Memphis Blues again
Una delle canzoni più deliranti di Dylan, fantastica.
Come diceva mia nonna, e non solo
E’ da ieri notte che ho la nausea, proviamo anche questa.
“Revolutionary Road”, di Richard Yates
Ho finito di ascoltare oggi questo classico della letteratura americana, come al solito in auto nel tragitto tra casa e lavoro e viceversa. L’ho iniziato ad ascoltare con qualche scetticismo per la lettura di Adriano Giannini, che inizialmente non mi convinceva granché, così come il primo capitolo che ho trovato un po’ prolisso e pesante.
Poi, con il procedere della trama, sempre più interessante e ben congegnata, anche l’interpretazione di Giannini è diventata magicamente perfetta per quest’opera. Qui di seguito una piccola selezione dei passaggi che più mi hanno colpito.
[…] è stato così che noi due abbiamo accettato questa enorme illusione, perché di questo si tratta: una enorme, oscena illusione… l’idea che una volta messa su famiglia la gente debba rinunciare alla vita reale e sistemarsi.
Ma buon Dio, essere a Parigi con April Wheeler! Passeggiare trasognato per quelle strade con le dita fresche di April Wheeler intrecciate alle sue…
[…] ma ormai April non aveva più bisogno di alcun consiglio nè di alcuna istruzione. Era calma e tranquilla ora, sapendo quel che aveva sempre saputo, quel che né i suoi genitori, né zia Claire, né Frank né chiunque altro avevano mai dovuto insegnarle: che se si vuol fare qualcosa di assolutamente onesto, qualcosa di vero, alla fine si scopre sempre che è una cosa che va fatta da soli.