Iloi

La visita del complesso nuragico di Iloi è stata bellissima. Tanto per cominciare, non sapevo nemmeno che esistesse fino a quando non l’ho trovato nel libro “Sardegna archeologica” acquistato la scorsa estate. Andando a Nuoro per lavoro, dopo la breve sosta al Santuario nuragico di Santa Cristina, questo sito risultava talmente tanto facilmente raggiungibile da non poter essere ignorato. Ci sono arrivato senza grandi aspettative, ed è stata invece una fantastica sorpresa.

La giornata era caldissima e con il cielo coperto, non proprio le condizioni ideali per scattare foto. Al contempo, ciò ha consentito facilmente di tirare fuori in post produzione una saturazione dei colori anche troppo spinta, come questa qui sopra. Ero completamente solo, per la mia totale goduria. Visitare questi siti archeologici nel silenzio più assoluto è un privilegio impagabile.

Il nuraghe appare subito in mezzo ai fili d’erba già secchi e gialli, in mezzo a cui bisogna farsi strada maledicendo il fatto di essersi portate scarpe da running che si riempiono di spighe pungenti e fastidiose tra le calze in cotone e la tomaia.

Sono poi andato a visitare i resti delle capanne nuragiche circolari, anch’esse affascinanti, gloriosamente ricoperte dall’erba. Facendo qualche ricerca per questo articolo leggo che il comune di Sedilo intende valorizzare maggiormente questo sito: mi sembra un’ottima idea, ed esiste pure una associazione archeologica che sta facendo un buon lavoro in tal senso.

Dal nuraghe vado a visitare le due belle tombe dei giganti lì vicino e poi scendo verso il sentiero che dovrebbe condurmi alle domus de janas di Ispilluncas che però non riesco a trovare (probabilmente avrei dovuto proseguire oltre nel sentiero ma il tempo stringeva e sono tornato indietro). Ottimi motivi per ritornare in questo posto magico. Ne ho approfittato per fare qualche foto naturalistica, pur non possedendo la Sony RX100 Vi un obiettivo macro adatto allo scopo.

tutte le foto © germinazioni

My Pacific Quest

MY PACIFIC QUEST – TRAILER from Echo Bay Media on Vimeo.

Ecco…questo è proprio il genere di cose che adoro vedere in TV.

Rovinosamente tradotto in italiano con un banale “Velista per caso”, “My Pacific Quest” è un ottimo documentario in sei episodi prodotto da National Geographic che segue il neozelandese Elliss Emmett tra le affascinanti isole del Sud Pacifico. Tonga, Fiji, Wallis e Futuna, Marshall…

Immagini mozzafiato di posti che difficilmente riuscirò a vedere e uno storytelling che ti fa sentire dentro l’avventura. Assolutamente consigliato.

The Rolling Thunder Revue

Ho finalmente visto il documentario di Scorsese sulla magica “The Rolling Thunder Revue” del 1975-1976, folle spettacolo itinerante nel quale his Bobness era a capo di un variegato gruppo di musicisti che spaziava da Joan Baez a Scarlett Rivera a Ramblin’ Jack Elliott e un’altra sessantina.

La vita non é la ricerca di te stesso, o di qualcosa. É creare te stesso e creare cose.

Bob Dylan

Avessi avuto – o coltivato – un qualsiasi talento, una vita votata alla musica o all’arte mi avrebbe affascinato. Ma ormai, come tante altre cose che mi piacciono ma per le quali in questa non c’è più né il tempo né lo spazio, se ne parlerà in un’altra vita.

Ritorno a Santa Cristina

Le riunioni di lavoro a Nuoro ben si prestano a qualche tappa turistico-fotografica lungo la strada. La visita del Santuario nuragico di Santa Cristina a Paulilatino mi era rimasta nel cuore come una delle più emozionanti della mia vita, e ci sono voluto fortemente tornare. Purtroppo questa volta la giornata era grigia e afosa, le cicale stavano mute e il sito era popolato da qualche decina di turisti. La volta precedente, per una combinazione, ero stato lì alle due del pomeriggio di un luglio assolato, quando la gente sana di mente stava al fresco a pranzare e il santuario era pressoché deserto. Dovrò ripetere questa procedura in futuro, quanto prima.

Questa foto l’avevo scattata la volta scorsa, e non so per quale motivo non l’abbia inclusa nell’articolo. Ne approfitto adesso. Stavolta invece c’erano i turisti, e la magia del luogo era diversa.

Quando però si arriva in fondo al pozzo, e si guarda verso il foro nella sommità da cui arriva la luce, questa meraviglia mi continua a sembrare pura fantascienza.

Visto che il pozzo era difficile da fotografare meglio di così, e che la presenza delle altre persone mi ha impedito di trovare quelle sensazioni che ricercavo, mi sono dedicato a fare qualche foto al villaggio devozionale intorno alla chiesa.

tutte le foto © germinazioni

“Diventare se stessi” di Irvin Yalom

Interessante autobiografia del celebre psichiatra e scrittore statunitense Irvin Yalom, in cui racconta in maniera piacevole delle varie tappe della sua vita di uomo, medico e scrittore. La terapia di gruppo, la vita a Stanford, i tanti viaggi, la passione per i libri.

In terapia la forza del cambiamento non è un’intuizione intellettuale, non è un’interpretazione e non è una catarsi, ma è, invece, un incontro profondo e autentico tra due persone

Una vita fortunata, per sua stessa ammissione, che con le sue indubbie capacità e la spiccata sensibilità ha certamente contribuito a creare. Terminato di leggere questo libro, non mi resta che approfondire la sua opera, credo proprio che meriterà.

In molte occasioni ho utilizzato un esercizio esplicito: chiedo al paziente di disegnare una linea su un foglio di carta e poi gli dico: “Ora facciamo che un capo rappresenti la sua nascita, e l’altro la sua morte. La prego di segnare su una linea un punto che indichi dove si trova adesso, e di meditare sul diagramma”. E’ raro che questo esercizio non metta in moto una più profonda consapevolezza della preziosa caducità dell’esistenza.

Irvin Yalom – Diventare se stessi – Ed. Neri Pozza

L’amore é negativo

Chiama Hitler, chiama Donald Trump
Tienimi ancora in vita accanto a te
Mischia Erode, Giuda, Manson, l’I Ching
Vieni a vedere che bel sole c’è

Succhia bene, sputa o manda giù
Rimani un poco prima di andar via
La storia insegna che sei fatta per me
Ma ho dichiarato guerra è colpa mia

Perché l’amore è negativo
Perché la pace un giorno finirà
Il nostro cuore sporco e cattivo
Il vero amore ci distruggerà
Mi manchi, davvero, lo sai

Prendi il largo, prendi l’LSD
Assedia Troia adesso se ti va
Non c’è tempo ed è già sera ormai
Un altro chewing gum che senso ha?

Spegni l’ego, spegni l’abat-jour
Stringimi forte, fammi l’autopsia
Butta il buono, il pop, la tappezzeria
Tieni le mosche, il sangue, amica mia

Perché l’amore è negativo
Perché la pace un giorno finirà
Il nostro cuore sporco e cattivo
Il vero amore ci distruggerà

Perché mi piace quando sorridi
Contro la vita, contro la realtà
Mi piacciono i maestri, i cattivi
E le tue mani nell’oscurità
Mi manchi, sul serio, lo sai

Non sacrificare Isacco a Dio
Salva tuo figlio, muori al posto suo

© Baustelle – Testo di Francesco Bianconi