Ancora un fine settimana del cavolo

In questi ultimi due mesi mare mosso e vento forte non mi hanno mai consentito di uscire in kayak nel fine settimana, dal momento che gli unici giorni buoni sono stati quelli del lockdown da zona rossa per le feste di Natale. E anche questo weekend si preannuncia una schifezza. Con le mie scarse capacità tecniche e limitata esperienza, non è il caso di rischiare di finire in acqua in questo periodo, per cui ancora una volta mi dovrò limitare a studiare dai libri. E a sognare, che va sempre bene.

Non è semplicissimo raccapezzarsi tra termini tecnici e marinari in lingua inglese, visto che sono argomenti dei quali ho una conoscenza molto limitata e che non sarebbero per me immediati da capire nemmeno in italiano, ma con l’aiuto del vocabolario in qualche modo farò. Giacché le ambizioni come al solito sono alte, e mi piacerebbe la prossima primavera riuscire a fare qualche escursione più impegnativa, idealmente con una notte a dormire sotto le stelle, a questi due libri in formato cartaceo ho aggiunto anche quest’altro in formato ebook:

A questo punto non resta che sperare in qualche giorno di bel tempo e riprendere a pagaiare quanto prima.

Asfalto addio

La riabilitazione del ginocchio che mi è stata consigliata prevedeva uscite tranquille su asfalto. Però oggi c’era un sacco di vento e di fare stradine di campagna esposte alle raffiche non ne avevo nessuna voglia. Vabbè, salgo alla Baita alla pineta, tanto è tutto asfalto e gli alberi riparano dal vento. Ma quando poi arrivi in cima, cosa faì? Torni a casa dalla strada normale? Tutto asciutto? Senza il fondello dei pantaloni fradicio d’acqua e i piedi che fanno ciof ciof dentro le scarpette? Non credo proprio.

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