Ho visto qualche mese fa su Netflix un bel documentario intitolato “Austin to Boston”. Racconta di un viaggio di tremila miglia compiuto in due settimane, su quattro vecchi pulmini Volkswagen, da quattro diverse band. Folk rock e il bluegrass i generi musicali che fanno da colonna sonora – e colonna portante – di questo tour vecchio stampo.
Ben Howard & the band, The Staves, Nathaniel Rateliff e Bear’s Den. Questi i nomi degli artisti protagonisti di questa avventura. La narrazione è ben congegnata, e alterna momenti più intimi e riflessivi con altri immancabili in qualsiasi racconto on the road che si rispetti. Se si tratta di un on the road negli Stati Uniti, diventa difficile uscire dagli stereotipi dell’immaginario collettivo. Ma la regia di James Marcus Haney e la narrazione di Gill Landry riescono a confezionare un prodotto discretamente riuscito, punteggiato da brani piacevoli e suggestivi.
Le armonizzazioni delle Staves rappresentano la parte più interessante del documentario, e particolarmente suggestiva è la loro interpretazione di “Chicago” di Sufjan Steven. Altro brano che adoro, anche nella sua versione originale. Non ho trovato lo spezzone tratto da “Austin to Boston” nel quale lo cantano, ma quest’altro video amatoriale rende comunque l’idea:
Prodotto da Ben Lovett dei Mumford & Sons (altra garanzia di qualità nel folk moderno), “Austin to Boston” è un documentario che merita di essere visto, soprattutto se vi piacciono i viaggi on the road, la freschezza della giovinezza, nonché questi generi musicali. Se poi aspirate, come me, di riuscire prima o poi a suonare la chitarra in grazia di dio, vi sarà di grande ispirazione.