L’accettazione delle cose

© germinazioni

Una strada, e una direzione precisa e segnata, da percorrere ancora per chissà quanto.

La strada che si è scelta, ben conosciuta, la sua apparente tranquillità e le sue insidie.

Fuori, un paesaggio sconosciuto e la tentazione di percorrere altri sentieri. 

Un cielo immenso, bellissimo e irraggiungibile, nuvole eteree e una luce divina. 

Altri orizzonti

© germinazioni

E’ mattina. Sto andando a lavoro, ma oggi non ho fretta di arrivare. Sono ancora stanco da ieri, e ho bisogno di un momento di pausa. O di riflessione, forse. Mi fermo in uno spiazzo, scendo dalla macchina e faccio due passi. Terreno bagnato di rugiada. Profumo di macchia mediterranea. Un paesaggio spettacolare, una valle che sembra incontaminata e primigenia. Torno in macchina a prendere il telefono per scattare una foto, dandomi mentalmente del deficiente per non aver portato la fotocamera. Quella vera.

Inquadro. Pura natura, e un orizzonte che riempie gli occhi e il cuore.

E’ in mezzo a questa Natura che dovrei stare. E’ sopra questa terra che dovrei stare. Aria fresca, erba, terra, foglie e vento. Realtà. Verità. Purezza.

E invece io che faccio? Sto andando a lavoro. Anzi, ringraziamo pure che ho avuto per lo meno il buonsenso di fermarmi un attimo.

Ma a parte questo sprazzo di inaspettato buonsenso, il problema vero resta un altro. Con tutta questa meraviglia da contemplare, con tutta questa vita reale da vivere, io cosa faccio? Sto andando a lavoro. E magari anche stessi andando a fare qualcosa di utile. Di stimolante. Di interessante. Magari! Sicuro come la morte che anche oggi andrò sul posto di lavoro a sprecare il mio tempo e ore preziose e irripetibili della mia vita per stare a sentire per l’ennesima volta le solite penose e inutili stronzate, bugie, mediocrità e noiosaggini. Non c’è male.

C’è qualcosa di sbagliato in tutto questo. O peggio, è tutto sbagliato tutto questo.

Contrasti

Fuji XT-1 e 18-55 f/2.8-4 con polarizzatore

Ho intitolato questa foto “Contrasti” perché può essere interpretata su più livelli: estate/maltempo, vacanza/lavoro, etc. 

Tutte stupidaggini. Magari avessi questa brillante mente fotografica.

La realtà è molto più terra terra. Volevo solo capire cosa sarebbe venuto fuori utilizzando il polarizzatore con la luce incredibile che si era creata con il sole uscito finalmente fuori da un cielo temporalesco all’ora di pranzo in spiaggia. Alle mie spalle il mare era spettacolare, cielo azzurro e cristallino. Mi sono piazzato in acqua a fotografare gli ombrelloni bianchi contro il cielo nero, nel frattempo ho visto che una ventina di metri alla mia destra arrivava questo ragazzo. Ho continuato a fotografare davanti a me, facendo finta di non averlo visto, e ho aspettato che mi passasse davanti, per comporre un minimo l’immagine secondo la regola dei terzi. Tutto qua.