Giorni selvaggi di Finnegan

Una passione che ha imperniato tutta una vita, quella di William Finnegan per il surf. Tra Hawaii e California, Isole Fiji e Portogallo, un romanzo che vale la pena leggere, e non solo per gli amanti di questo sport. Nel 2016 ha vinto il premio Pulitzer per nella categoria Memoir.

Io l’ho ascoltato letto da Alessio Boni, dal catalogo Audible, da cui al momento è stato rimosso. Peccato, perché avevo salvato alcune frasi che mi erano piaciute più di altre, ma che non ho modo di recuperare (tranne questa). Leggetelo voi e trovate quelle che vi piacciono.

L’insostenibile leggerezza dell’essere

Voleva fermarsi sulla riva e guardare a lungo l’acqua, perchè la vista dell’acqua che scorre placa e guarisce. Il fiume scorre da sempre e le vicende degli uomini si svolgono sulla riva. Si svolgono per essere dimenticate il giorno dopo, e perché il fiume scorra oltre.

Milan Kundera – “L’insostenibile leggerezza dell’essere”

Bellissimo libro, che ho ascoltato nella versione Audible ottimamente letta da Fabrizio Bentivoglio. Un romanzo dalle mille letture, con quattro protagonisti indimenticabili, delineati in maniera magistrale, credibile e sfaccettata, sullo sfondo della storia della occupazione sovietica della Cecoslovacchia.

Il peso del vivere per Kundera sta in ogni forma di costrizione: la fitta rete di costrizioni pubbliche e private che finisce per avvolgere ogni esistenza con nodi sempre più stretti. Il suo romanzo ci dimostra come nella vita tutto quello che scegliamo e apprezziamo come leggero non tarda a rivelare il proprio peso insostenibile.

Italo Calvino – Lezioni americane

Un libro che parla soprattutto d’amore, e della condizione umana con tutte le sue contraddizioni e complessità.

Ma basta innamorarsi follemente, e sentire il brontolio del proprio intestino, perché l’unità di corpo e anima, questa lirica illusione dell’età della scienza, svanisca di colpo.

Milan Kundera – “L’insostenibile leggerezza dell’essere”

Tomas allora non si rendeva conto che le metafore sono una cosa pericolosa. Con le metafore è meglio non scherzare. Da una sola metafora, può nascere l’amore.

Milan Kundera – “L’insostenibile leggerezza dell’essere”

Per la prima volta lui passeggiava per Zurigo da solo e respirava a fondo il profumo della sua libertà. Dietro l’angolo di ogni strada si nascondeva un’avventura. Il futuro era diventato di nuovo un mistero. Stava tornando alla vita dello scapolo, quella vita alla quale un tempo era certo di essere destinato, e nella quale soltanto sarebbe potuto essere quello che era in realtà.

Milan Kundera – “L’insostenibile leggerezza dell’essere”

Da questo gli veniva l’idea che la fedeltà sia la prima tra tutte le virtù, che la fedeltà conferisca unità alla nostra vita, la quale altrimenti si frantumerebbe in migliaia di impressioni fuggitive

Milan Kundera – “L’insostenibile leggerezza dell’essere”

Io non ho nessuna missione, nessun uomo ha una missione. Ed è un sollievo enorme scoprire di essere liberi di non avere una missione.

Milan Kundera – “L’insostenibile leggerezza dell’essere”

“Diventare se stessi” di Irvin Yalom

Interessante autobiografia del celebre psichiatra e scrittore statunitense Irvin Yalom, in cui racconta in maniera piacevole delle varie tappe della sua vita di uomo, medico e scrittore. La terapia di gruppo, la vita a Stanford, i tanti viaggi, la passione per i libri.

In terapia la forza del cambiamento non è un’intuizione intellettuale, non è un’interpretazione e non è una catarsi, ma è, invece, un incontro profondo e autentico tra due persone

Una vita fortunata, per sua stessa ammissione, che con le sue indubbie capacità e la spiccata sensibilità ha certamente contribuito a creare. Terminato di leggere questo libro, non mi resta che approfondire la sua opera, credo proprio che meriterà.

In molte occasioni ho utilizzato un esercizio esplicito: chiedo al paziente di disegnare una linea su un foglio di carta e poi gli dico: “Ora facciamo che un capo rappresenti la sua nascita, e l’altro la sua morte. La prego di segnare su una linea un punto che indichi dove si trova adesso, e di meditare sul diagramma”. E’ raro che questo esercizio non metta in moto una più profonda consapevolezza della preziosa caducità dell’esistenza.

Irvin Yalom – Diventare se stessi – Ed. Neri Pozza

L’animale che mi porto dentro

Un libro particolare ma interessante, questo di Francesco Piccolo. Riporto qui di seguito alcuni frammenti che mi hanno colpito più di altri.

Lo sforzo è rintracciare il rapporto tra quello che si è stati e quello che si è diventati. Il rapporto tra quello che ti hanno imposto di essere e quello che hai cercato di essere. Il tentativo di essere altro.

Leggo e vedo film e ascolto canzoni perchè la mia vita non mi basta, per costruire l’identità devo usare altri strumenti, più che posso.

Credevo di aver vissuto una vita diversa e libera da queste cose. E invece l’animale è stato sempre presente, e mi ha lavorato dentro, giorno dopo giorno, sempre.

Francesco Piccolo – L’animale che mi porto dentro

I miei primi quattro libri di Gianrico Carofiglio in ordine sparso

“La versione di Fenoglio” è il primo libro di questo scrittore che ho letto. Anzi, che ho ascoltato su Audible. Per giunta narrato da lui in persona, con un effetto all’inizio un po’ straniante. Si sente che non è un professionista della voce. Ovvio, è uno scrittore. Dopo pochissimo tempo invece la sua voce diventa indispensabile e perfetta. Perfetta perché l’unica che può leggere a pieno diritto e nel modo giusto quello che lui stesso ha scritto.

L’intonazione e le pause sono esattamente quelle che devono essere. Il libro è ben scritto e interessante, molto piacevole e scorrevole nel racconto. Non appena l’ho finito ne ho subito scaricato su Audible un altro: “Le tre del mattino”. Tutt’altro genere ma egualmente molto molto bello. Si capisce che l’autore di questi libri è una persona in gamba, oltre che un ottimo scrittore.

Arrivato a questo punto ho deciso di ascoltare tutto ciò che ci fosse disponibile su Audible scritto da Gianrico Carofiglio, e ho scaricato numerosi altri titoli. Sono quindi passato all’ascolto di “Ragionevoli dubbi”, con protagonista l’avvocato Guido Guerrieri. Molto intrigante pure questo, l’ho divorato nel giro di qualche trasferimento in auto per andare a lavoro.

Sarebbe stato bello, poter fantasticare sul futuro, su giorni e notti da passare insieme, su tante cose. Probabilmente non per lei, ma per l’idea stessa dell’amore, e del gioco, e della vita che non si rassegna. Ma non si poteva.

Gianrico Carofiglio – Ragionevoli dubbi

Ho finalmente avuto il buonsenso di verificare quale fosse stato l’ordine cronologico di pubblicazione di queste opere e ho iniziato allora – seppure un po’ in ritardo – dall’inizio, ovvero con “Testimone inconsapevole”.

Ormai Carofiglio è per me una garanzia, e ascolterò tutto ciò che riuscirò a trovare. Un domani comprerò anche i libri in edizione cartacea, perché si tratti di quei libri che bisogna avere fisicamente nella propria libreria per sperare che un giorno o l’altro mio figlio li voglia leggere. E imparare qualcosa.

Sostiene Pereira

Si tratta di uno di quei casi nei quali gli audiolibri riescono a fare la magia: il bellissimo testo di Antonio Trabucchi e la lettura magistrale di Sergio Rubini danno vita ad un’opera più grande della somma delle singole parti.

E’ un libro che avevo già letto anni fa, consigliatomi da una mia ex, e già allora mi era piaciuto parecchio. Riascoltarlo in questi giorni di preoccupante rigurgito fascista e razzista, figli di una ignoranza e intolleranza compiaciute di se stesse e alla quali non sarà facile né rapido porre rimedio, appare ancora più appropriato e doveroso.

“Stai bene a sentire, Pereira” – disse Silva – “Tu credi ancora nell’opinione pubblica? Ebbene, l’opinione pubblica è un trucco che hanno inventato gli anglosassoni… gli inglesi e gli americani. Sono loro che ci stanno smerdando – scusa la parola – con questa idea dell’opinione pubblica. Noi non abbiamo mai avuto il loro sistema politico, non abbiamo le loro tradizioni, non sappiamo cosa sono le Trade Unions. Noi siamo gente del Sud, Pereira, e ubbidiamo a chi grida di più, a chi comanda”.

Antonio Trabucchi – “Sostiene Pereira”

O Segnor, per cortesia

Una lauda assolutamente sorprendente, scoperta ascoltando l’audiolibro “Millennium poetry” di Valerio Magrelli.

Un elenco di malattie e disgrazie che il poeta si augura (!) di ricevere, come una sorta di autoflagellazione, per espiare in qualche modo le colpe delle impurità del suo corpo di peccatore.

La lingua del mille e duecento poi è assolutamente affascinante.

O Segnor, per cortesia,
Mannane la malsania

A me la freve quartana,
la contina e la terzana,
la doppia cotidïana
co la granne etropesia.

A me venga mal de denti,
mal de capo e mal de ventre,
a lo stomaco dolor pognenti,
e ’n canna la squinanzia.

Mal degli occhi e doglia de fianco
e l’apostema dal canto manco;
tiseco ma ionga en alco
e d’onne tempo la fernosia.

Aia ’l fecato rescaldato,
la milza grossa, el ventre enfiato,
lo polmone sia piagato
con gran tossa e parlasia.

A me vegna le fistelle
con migliaia de carvoncigli,
e li granchi siano quilli
che tutto repien ne sia.

A me vegna la podagra,
mal de ciglio sì m’agrava;
la disenteria sia piaga
e le morroite a me se dia.

A me venga el mal de l’asmo,
iongasece quel del pasmo,
como al can me venga el rasmo
ed en bocca la grancìa.

A me lo morbo caduco
de cadere en acqua e ’n fuoco,
e ià mai non trovi luoco
che io affritto non ce sia.

A me venga cechetate,
mutezza e sordetate,
la miseria e povertate,
e d’onne tempo en trapparia.

Tanto sia el fetor fetente,
che non sia null’om vivente
che non fugga da me dolente,
posto ’n tanta ipocondria.

En terrebele fossato,
ca Riguerci è nomenato,
loco sia abandonato
da onne bona compagnia.

Gelo, granden, tempestate,
fulgur, troni, oscuritate,
e non sia nulla avversitate
che me non aia en sua bailia.

La demonia enfernali
sì me sian dati a ministrali,
che m’essercitin li mali
c’aio guadagnati a mia follia.

Enfin del mondo a la finita
sì me duri questa vita,
e poi, a la scivirita,
dura morte me se dia.

Aleggome en sepoltura
un ventre de lupo en voratura,
e l’arliquie en cacatura
en espineta e rogaria.

Li miracul’ po’ la morte:
chi ce viene aia le scorte
e le vessazione forte
con terrebel fantasia.

Onn’om che m’ode mentovare
sì se deia stupefare
e co la croce signare,
che rio scuntro no i sia en via.

Signor mio, non è vendetta
tutta la pena c’ho ditta:
ché me creasti en tua diletta
e io t’ho morto a villania.

Jacopone da Todi – XIII secolo

La via del rifugio

Adoro questa poesia di Guido Gozzano! Non so se si possa riportare qui per intero, quindi ne ho selezionato soltanto alcune strofe:

Socchiusi gli occhi, sto
supino nel trifoglio,
e vedo un quatrifoglio
che non raccoglierò.

Belle come la bella
vostra mammina, come
il vostro caro nome,
bimbe di mia sorella!

Socchiudo gli occhi, estranio
ai casi della vita.
Sento fra le mie dita
la forma del mio cranio… 

Ma dunque esisto! O Strano!
vive tra il Tutto e il Niente
questa cosa vivente
detta guidogozzano

Lamento di Portnoy

Ho purtroppo negli scorsi giorni finito di ascoltare questo spettacolare libro di Philip Roth nella versione audiolibro della Emons. Dico purtroppo perché è stato divertentissimo da ascoltare, tanto da ridere da solo in auto come uno scemo nei tragitti andando a lavoro, meravigliosamente scandaloso e senza filtri, tanto più se si pensa che è stato pubblicato nel 1969.

Trattandosi di un monologo o meglio ancora di un vero e proprio fiume di parole, quasi vomitato dal protagonista allo psicanalista con cui dovrà iniziare la terapia, la voce narrante diventava decisiva per la buona riuscita del progetto. E Luca Marinelli è stato bravo in maniera clamorosa. Un connubio assolutamente perfetto.

Non c’è niente da fare con quello che pensa la gente, se non badarci il meno possibile.

Philip Roth