“Revolutionary Road”, di Richard Yates

Ho finito di ascoltare oggi questo classico della letteratura americana, come al solito in auto nel tragitto tra casa e lavoro e viceversa. L’ho iniziato ad ascoltare con qualche scetticismo per la lettura di Adriano Giannini, che inizialmente non mi convinceva granché, così come il primo capitolo che ho trovato un po’ prolisso e pesante.

Poi, con il procedere della trama, sempre più interessante e ben congegnata, anche l’interpretazione di Giannini è diventata magicamente perfetta per quest’opera. Qui di seguito una piccola selezione dei passaggi che più mi hanno colpito.

[…] è stato così che noi due abbiamo accettato questa enorme illusione, perché di questo si tratta: una enorme, oscena illusione… l’idea che una volta messa su famiglia la gente debba rinunciare alla vita reale e sistemarsi.  

Ma buon Dio, essere a Parigi con April Wheeler! Passeggiare trasognato per quelle strade con le dita fresche di April Wheeler intrecciate alle sue…

[…] ma ormai April non aveva più bisogno di alcun consiglio nè di alcuna istruzione. Era calma e tranquilla ora, sapendo quel che aveva sempre saputo, quel che né i suoi genitori, né zia Claire, né Frank né chiunque altro avevano mai dovuto insegnarle: che se si vuol fare qualcosa di assolutamente onesto, qualcosa di vero, alla fine si scopre sempre che è una cosa che va fatta da soli.