Secondo una delle interpretazioni più accreditate, questo termine, ad indicare una risata amara, è stato utilizzato per la prima volta da Omero nell’Odissea, in riferimento ad Ulisse che sogghigna dopo aver schivato una zampa di bue lanciatagli contro da Ctesippo. (….ma Ulisse, chinando agilemente la testa, pervenne a schivarlo. E nel cuore amaramente sorrise).
Qualche anno fa sono state individuate delle tossine, contenute nel comune finocchio d’acqua (oenanthe fistulosa), che sembrerebbero capaci di causare la contrazione dei muscoli del viso nel tipico ghigno descritto in tante maschere fenicie, come quella della mia foto qui sopra, scattata proprio ad un murale di San Sperate, dove peraltro è stata ritrovata.