La fotografia di montagna di Vittorio Sella

Ho scoperto Vittorio Sella per caso, pochi mesi fa. Da ormai una quindicina di anni sono appassionato di fotografia. Possibile che non lo avessi mai sentito nemmeno nominare?

D’accordo, colpa mia. Non avrò chissà quale cultura fotografica, ma possibile che in Italia un autore di questo calibro non sia celebrato come merita?

Eppure… Ansel Adams lo considerava uno dei maestri della fotografia di paesaggio, affermando che “revealed [the mountains] in all their sheer majesty” e che “the purity of Sella’s interpretations move the spectator to a religious awe“.

Un senso di meraviglia di tipo religioso.

Se vi sembra poco.

Per non parlare poi di quale sia l’opinione dei maggiori esperti internazionali sull’opera di Vittorio Sella.

« Sella is still remembered as possibly the greatest ever mountain photographer. His name is synonymous with technical perfection and aesthetic refinement. »

Jim Curran, K2: The Story of the Savage Mountain

Non ci sarebbe voluto poi tanto a capire di trovarsi al cospetto di un gigante. Ma questa è la cultura nel nostro paese. Me ne farò una ragione, e con umiltà cercherò di apportare il mio modesto contributo, omaggiando Vittorio Sella su questo blog.

Le fotografie di Vittorio Sella

Che poi… per capire la grandezza di Vittorio Sella sarebbe bastato guardare le sue immagini. Eccone qui alcune che ho trovato sul web (mi piacerebbe un giorno o l’altro comprare il libro delle sue opere, chissà che meraviglie vederle stampate come si deve):

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Siniolchu Sikkim, from the Zemu glacier, 1899. (Vittorio Sella, Alpine Club Collection)

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Highest peak of the Rouies as seen from the Cardon Glacier, (1888)

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From the Southern Ridge of Staircase Peak (1909) – Vittorio Sella, Fondazione Vittorio Sella

Fotografie in bianco e nero piene di fascino, realizzate in maniera tecnicamente perfetta. E non con moderne attrezzature dotate di automatismi quasi infallibili, ma con fotocamere di più di cento anni fa!

Le immagini di Vittorio Sella erano ottenute da lastre 30 x 40 caricate su pesanti e ingombranti apparecchiature, che dovevano essere trasportate in alta montagna in condizioni difficilmente immaginabili. Era l’epoca pionieristica dell’alpinismo, e la foto qui sotto rende l’idea di cosa stiamo parlando:

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Uomini coriacei che con funi e abiti improbabili scalavano le vette in condizioni quasi impossibili. Che come se non bastasse, e come se la pura sopravvivenza non fosse già il massimo obiettivo auspicabile, si portavano dietro attrezzature fotografiche altrettanto primitive.

Eppure, nonostante tutto ciò, Vittorio Sella riuscì a scattare fotografie di una bellezza mozzafiato. Non si può che rimanere stupefatti.

Ed eccolo qui infine, il nostro eroe. Al centro della foto, con una piccozza in mano e circondato da altri quattro memorabili personaggi:

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Ed infine qui, in una foto più posata e ufficiale:

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Non so perchè, ma lo immagino più felice e a suo agio nella prima di queste ultime due foto. Tra le sue montagne predilette, la cui perfezione e austera bellezza ha immortalato per l’eternità.